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Inizia sempre nello stesso modo: l’inconfondibile silenzio della Vita che trattiene il respiro.

La Natura ha capito, si prepara a qualcosa che non può essere fermato. Gli animali rimangono immobili e guardano al di là dell’orizzonte, i grilli abbassano il sipario davanti alla loro orchestra. Le stelle e la luna illuminano tutto di una luce che, in questo silenzio, ha qualcosa di irreale.

Continua sempre nello stesso modo: un lontano boato. Sembra un tuono, ma non lo è. Forse si tratta soltanto di un temporale estivo, ma allora perché ho la pelle d’oca? Perché sto trattenendo il respiro? Qualcosa non va. Sembra un lamento lontano, sembra il pianto della Terra. Qualcosa…

Tutto inizia a muoversi attorno a te. Il pavimento ti sfugge da sotto i piedi, non riesci quasi a camminare. Vorresti il silenzio per poterti concentrare, per capire, ma senti piatti che cadono, bicchieri che si scontrano, pareti che scricchiolano, libri che scivolano giù dalle mensole… D’istinto cerchi la parete più vicina a te, speri sia un muro portante, speri riesca a stare in piedi almeno lui perché tu, no, non ci riesci proprio. Ti appoggi a lui come un bimbo si appoggia alle gambe di suo padre quando ha paura. E speri che sia forte quanto tuo padre, quel muro, perché adesso ne hai davvero bisogno. I tuoi libri continuano a cadere. Non li vedi, perché è andata via la luce. Forse tra poco anche tu sarai soltanto un nome in qualche libro. Forse in prima pagina sul giornale di domani.

Continua sempre nello stesso modo: per troppo tempo. Un tempo infinito, due minuti che sembrano un’eternità. Sai quanti pensieri possono attraversarti la mente in due minuti, quando tutto trema e le pareti urlano e senti i primi pianti disperati in lontananza e ti chiedi dove siano i tuoi cari e se stanno bene e perché diavolo non smette di tremare tutto? Ma quanto dura?

Finisce sempre nello stesso modo: il mondo si ferma, torna il silenzio per qualche secondo, poi i pianti diventano più forti di prima, ti accorgi degli allarmi delle auto in lontananza, percepisci lo scrosciare dell’acqua che ha trovato la libertà dalle tubature rotte. Quando raggiungi l’esterno le stelle sono ancora lì, la luna continua ad illuminare tutto, capisci di essere vivo e di respirare ancora, ma nulla è come prima e forse per questa sera i grilli non ci faranno più compagnia.

C’è tanta polvere. C’è un enorme vuoto attorno a te e nella tua anima, e realizzi che per strada non c’è molta gente… Dove sono tutti? Forse dovresti iniziare a cercare… Forse dovresti aiutare…

Finisce sempre nello stesso modo: l’inconfondibile silenzio della morte.

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